È tardi, domattina presto mi aspetta il viaggio di ritorno a Roma. Rilascio Napoli, gli affetti, le certezze, il porto sicuro, un luogo caldo, le persone che mi conoscono da sempre, la famiglia. E non posso far altro che sentirmi come Amoresano, che come me aveva grandi sogni, speranze, la voglia di trovare il suo posto nel mondo, in quel mondo fatto di poche cose ma di cose ferme… e quotidiane, forse certezze, forse amarezze e di restare di non andare perché qualcosa doveva pur cambiare anzi muoversi.
Ma il cambiamento, appunto, non può essere statico ed è coraggio, intraprendenza, voglia di affermarsi.
Quanto è bello il futuro e quanto può essere spietato. Questo libro racconta la storia di una generazione nomade, che è in continuo movimento, che ha paura di fermarsi e definire casa un luogo ospitale, che vuole innamorarsi, crescere e gridare che la malinconia è l’atto coraggioso di un sopravvivere da lontano.
Questo libro è una dichiarazione d’amore a se stessi, alle imperfezioni che ci rendono unici, alle decisioni prese con amarezza, a chi decide di andare via senza mai partire.
NAPOLI MON AMOUR non può non diventare parte di chi lo legge, lasciare gli occhi lucidi e un pensiero che ha lo stesso colore del mare di Napoli, il suono dei vicoli di questa città e il profumo della genuinità di una terra che ha sempre troppo da dimostrare.