Martin Gale ha nove anni eppure è già pronto a liberare la forza di chi sente che non c’è più tempo,
non si può aspettare ancora,
bisogna rimboccarsi le maniche e cominciare a giocare.
Giocare sul serio.
Martin ama moltissimo ed è riamato, dai nonni, dalla madre Leah, così come da Mama Jean, la bizzarra sconosciuta che ha deciso di ospitare lui e la madre dopo lo sfratto.
Ama moltissimo anche quel padre che langue, ma in compenso si sente riamato dal quartiere in cui è nato e cresciuto: Brooklyn.
Martin Gale ha un motivo per cominciare a giocare sul serio: la madre Leah non sta bene e ammalarsi, a Brooklyn così come negli Stati Uniti tutti, ha un costo.
E giocare a scacchi, per vincere il lauto premio messo in palio da un torneo, è allora un atto di ribellione contro le circostanze, le regole,
le costrizioni fatali in cui ciascuno si ritrova – volente o nolente – quando viene al mondo.
Quello che Martin scoprirà, mentre impara il gioco sulla scacchiera, è che proprio là nel mezzo si spalanca la vita adulta.