Impalcature è il romanzo che Mario Benedetti scrive al rientro dal suo esilio,
seguito al golpe militare in Uruguay del 1973 e durato 12 anni, durante i quali l’autore ha vissuto prima in Argentina, poi in Perù, a Cuba, in Spagna.
Costruire una vita come si mettono su delle Impalcature.
Forti fondamenta dovrebbero essere l’obiettivo fondamentale per affrontare eventi anche disastrosi,
contrari e duri che non scegliamo di vivere ma che il destino inesorabile ci sottopone su un piatto d’argento.
Un racconto intriso di nostalgie, ricordi, storie di persone amate, abbandonate, ritrovate, perdute per sempre.
La storia di Javier è la storia degli esiliati degli anni duri della dittatura in molti paesi latinoamericani,
che si ritrovano a raccontare e a fare i conti con le proprie fughe malinconiche, i ritorni in punta di piedi,
le utopie giovanili e le sconfitte della vecchiaia.
Questo libro mi ha raccontato qualcosa che difficilmente si riesce a comprendere e cioè
che la VITA È ESSA STESSA MERAVIGLIOSA PROPRIO NEI MOMENTI PIÙ TRISTI CHE RIESCE A DONARTI MA CHE CON CORAGGIO DECIDIAMO DI AFFRONTARE SEMPLICEMENTE PER AMORE.